Olevano Romano nei dipinti degli artisti romantici d’Oltralpe

Olevano Romano ed il paesaggio circostante – Photo Credits: https://bit.ly/3es8FsO

Arroccato sul Monte Celeste, ai margini dei Monti Prenestini, Olevano Romano è un borgo medievale divenuto meta di artisti nordeuropei nell’Ottocento. Il borgo, costruito intorno al Castello Colonna, dista poco più di 50 km da Roma ed è circondato da un bellissimo paesaggio caratterizzato dalla presenza di boschi, vigneti e uliveti.

Dai suoi a 571 m di altitudine, Olevano Romano offre una vista splendida sull’ Alta Valle del Sacco, un territorio incastonato tra i Monti Prenestini, Lepini ed Ernici, da millenni dedito alla viticoltura, rimasto pressoché integro nei secoli. Qui, infatti, fin dall’antichità si produce da il vino rosso Cesanese di Olevano (da non confondere con il Cesanese del Piglio), considerato oggi uno dei migliori vini del Lazio.

Il paesaggio di Olevano Romano e il Bosco della Serpentara

Il Bosco della Serpentara nel quadro Il paesaggio della e la processione de re Magi di Joseph Anton Koch,

Non fu però il vino ad attrarre in questo piccolo borgo medievale ai margini della Campagna Romana gli artisti e i letterati che, dalla fine del Settecento, scelsero l’Italia e Roma come meta del Grand Tour. La vicinanza a Roma, il clima più fresco, l’aria salutare, le tradizioni locali e i costi notevolmente inferiori, spingevano gli artisti che soggiornavano nella Città Eterna ad avventurarsi oltre le sue mura, fuggendo alla calura estiva e alla malaria, in cerca di luoghi che al tempo stesso fossero fonte d’ispirazione per la loro arte.

Fu soprattutto il paesaggio bucolico e al tempo stesso variegato di Olevano Romano, così come di altri borghi nella zona, come Bellegra e Subiaco, ad attrarre qui i primi artisti d’Oltralpe – soprattutto tedeschi, danesi, austriaci – amanti della pittura del paesaggio, en plein air. Primo fra tutti il pittore tirolese Joseph Anton Koch, che dagli inizi dell’Ottocento soggiornò a Olevano Romano, durante l’estate, per più di trent’anni.

Affascinati dal borgo arroccato e stretto intorno al castello e dalla vista sulle montagne circostanti – il Monte Serrone, i Monti Volsci, i Monti Prenestini, i Colli Albani -, sulle terre abruzzesi a est, e ad ovest, in lontananza, sul Mar Tirreno, questi artisti trovarono a Olevano le condizioni ideali per esprimere nei loro dipinti le sensazioni che la natura gli suscitava.

Il Bosco della Serpentara, tra Olevano e Civitella (Bellegra), divenne uno dei luoghi di ritrovo più ricercati dagli artisti che nell’Ottocento giungevano a Olevano Romano per dipingerne le bellezze paesaggistiche. Caratterizzato da circa un centinaio di querce e rocce nude, questo bosco divenne il rifugio di decine e decine di artisti che qui venivano in cerca di ispirazione.

La Serpentara, della quale ho sentito parlare così tanto, sembra essere una terra creata appositamente per un pittore. Questo genere di paesaggio con ovunque macchie boschive pittoresche sembra essere adatto per dipingere primi piani molto differenziati

Così scriveva Ludwig Richter, uno dei più celebri illustratori tedeschi dell’Ottocento, nel descrivere il Bosco della Serpentara. E raccontando di una passeggiata con un amico, continuava dicendo:

Corremmo, senza fiato, bramosi verso la Serpentara […].

Ad una mezz’ora da Olevano si trova un colle boschivo di querce

e fra le rocce cosparsi ovunque, salgono, scendono, si incontrano in serpeggiamenti pittorici, rustici sentieri. Ginestre, ginepri, rose selvatiche crescono qua e là sulla nuda roccia.

Villa Serpentara e il Museo-Centro Studi sulla Pittura di Paesaggio Europea a Villa de Pisa

Karl Lindemann Frommel, Collezione AMO

Oggi il Bosco della Serpentara fa parte di Villa Serpentara, una casa-atelier di proprietà dell’Accademia delle Arti di Berlino dove artisti di vari campi disciplinari vengono invitati per frequentare una residenza artistica e sviluppare un loro progetto. Tra querce, lecci, felci e ginepri, il Bosco della Serpentara, che in passato ha rischiato di scomparire minacciato dall’abbandono e dalla speculazione edilizia, è stato arricchito di altre specie vegetali, soprattutto di ulivi, di cui la zona è ricca, ma è riuscito a mantenere il suo antico fascino.

Nel borgo di Olevano Romano, invece, l’Associazione  Amici del Museo di Olevano Romano – AMO onlus, dal 1989, gestisce il Museo-Centro Studi sulla Pittura di Paesaggio Europea, ospitato nella sede della Villa comunale de Pisa. Il Museo conserva oltre duemila opere – tra bozzetti, disegni, acquerelli, oli, incisioni, sculture – di artisti che soggiornarono ad Olevano Romano dalla fine del Settecento fino ai nostri giorni.

Le opere qui raccolte spaziano dal 1780 al 2010, dal romanticismo all’arte contemporanea, dall’arte moderna all’informale, dalla grafica ai disegni e installazioni, costituendo un importante punto di riferimento per questa sezione della storia dell’arte europea. In particolare, tra le opere dell’Ottocento si conservano i lavori del pittore svizzero  Friedrich Salathè, dell’austriaco Anton Altmann, del francese Karl Lindemann-Frommel, del tedesco Franz Drebere, del polacco Franz Gustav Arndt. Ma anche di molti artisti danesi che trascorsero periodi della loro vita a Olevano, o la scelsero come luogo di residenza stabile, rendendola celebre nei loro dipinti esposti qui e in altri musei del mondo. Tra questi lo scultore Ernst Meyer, e i pittori Friedrich Thøming, Albert Küchler, Edward Falkner Murphy.

Non rimane che andare a visitare questo particolare Museo, e, quindi, avventurarsi nel borgo di Olevano Romano e nella natura circostante sulle orme di questi artisti, per ritrovare e ammirare i luoghi immortalati nelle loro opere d’arte!