
A Gradoli, un piccolo borgo sul Lago di Bolsena, da 500 anni si rinnova il tradizionale Pranzo del Purgatorio. Ogni anno, il mercoledì delle ceneri, viene preparato un banchetto per circa 1500 commensali provenienti da tutta Italia e il cui ricavato viene donato in beneficenza.
Ma quali sono le origini di quest’antica tradizione?
Il sapore di un’ antica tradizione

Il pranzo del Purgatorio è una tradizione che risale al XVII secolo e nasce come un gesto di carità nei confronti delle persone meno abbienti.
Il giorno dopo il martedì grasso, ci si riunisce nella Cantina Oleificio Sociali di Gradioli, in via Roma, dove verrà servito un menu povero a base di pietanze realizzate con i prodotti locali, in primis pesce di lago e fagioli del Purgatorio.
In realtà il mercoledì delle ceneri è solo l’ultima fase dell’evento che inizia il giovedì grasso. Alcuni cittadini (i Fratelli), vestiti del tradizionali saio marrone e mantellina viola, con in testa un cappuccio e un tamburino al seguito, bussano alle porte del paese chiedendo offerte per i poveri.
Il sabato successivo, poi, quanto raccolto dai Fratelli viene messo all’asta nella piazza del paese e il ricavato utilizzato per allestire il pranzo.
Pesce di lago e legumi per un pasto povero

Partecipando al pranzo, ciò che colpisce sono le pietanze che compongono il menu: sempre lo stesso dal XVII secolo.
Fagioli conditi con olio e pepe; una minestra di riso con sugo di tinca, la cui ricetta è nota solo ai cuochi del posto; luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso con aglio e prezzemolo. Una mela per concludere il pranzo.
Tradizione vuole che ai fornelli ci siano solo gli uomini e che i commensali debbano provvedere a portare con sé pane, acqua, posate, tovaglioni e vino.
Verso la fine del pranzo, uno dei Fratelli gira tra le panche di legno con un piatto bronzeo del 1700 chiedendo offerte per le anime del Purgatorio.
Uno degli aspetti più belli è la convivialità che si crea in questa occasione. Cittadini e avventori si trovano a condividere il pasto a pochi centimetri di distanza. Inevitabile, dunque, che nascano piacevoli conversazioni che il più delle volte rappresentano piccoli focolai di amicizie durature.