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Costruito sulla sommità di un colle proteso verso il centro del Lago del Turano, Antuni è un incantevole borgo fantasma in provincia di Rieti, tutto da scoprire. Si erge di fronte al più noto Castel di Tora, classificato come uno dei più bei borghi d’Italia, localizzato sulla riva nord del lago.
Antuni ricade nell’ambito territoriale del Parco Regionale dei Monti Cervia e Navegna, rilievi che raggiungono rispettivamente i 1438 e i 1508 m di altezza. Si tratta di un’area naturale protetta di circa 3600 ettari compresa all’interno dei bacini idrografici dei fiumi Salto e Turano, caratterizzata dalla presenza elevata di zone boschive e da una bassa antropizzazione.
Come molti altri borghi del Lazio e del Centro Italia, tanto Castel di Tora quanto Antuni sorsero in epoca medievale dall’incastellamento dei due piccoli nuclei abitati preesistenti, con l’obiettivo di difendere il territorio dalle incursioni saracene.
Scopriamone insieme la storia e le bellezze artistiche e paesaggistiche, elementi che rendono questo borgo abbandonato un luogo dal fascino unico.
Da Castrum Antoni a borgo fantasma
L’antico Castrum Antoni, come venne chiamato al momento della sua fondazione, fu probabilmente costruito nei primi decenni dell’XI secolo. E’ nominato per la prima volta in un documento del 1092, che attesta il passaggio di proprietà del Castrum Antoni dalla famiglia di origine longobarda dei Guidoneschi all’Abbazia di Farfa.
Fino al Cinquecento, la storia del piccolo borgo reatino appare avvolta nel mistero. Si sa tuttavia che nel 1583 la proprietà del borgo passò alla famiglia Brancaleoni e, successivamente, nelle mani di molte altre famiglie: dai Cesarini, ai Mattei, ai Lante Della Rovere, ai Gentili. Il 25 ottobre del 1826 il feudo venne ceduto ai Principi del Drago, un’antica famiglia nobile originaria di Viterbo, trapiantata a Roma dalla fine del XV secolo. Nel 1832 il Papa Gregorio XVI nominò Urbano del Drago Principe di Antuni e di Mazzano, trasformando il feudo di Antuni in un principato.
L’antico castrum medievale giunse però all’ultimo capitolo della sua storia nel 1944, quando, durante la II Guerra Mondiale, il pilota di un caccia che doveva distruggere il ponte del Lago del Turano, sbagliò mira e colpì gravemente il borgo di Antuni. Il Castello del Drago e molte abitazioni furono gravemente danneggiate; altre, come la chiesa, andarono completamente distrutte. Nel giro di pochi anni, il borgo venne progressivamente abbandonato, entrando in uno stato di decadenza fisica e sociale. Nel 1950, Antuni era già un borgo fantasma.
Nel 1992 fu acquisito dal Comune di Castel di Tora, divenendone una sua frazione. L’amministrazione comunale permise l’insediamento di una comunità per il recupero di tossicodipendenti, capeggiata da Don Pierino Gelmini, all’interno del Palazzo del Drago. Nel 1996, il palazzo divenne oggetto di una serie di restauri, che lo modificarono sostanzialmente. Inseriti in un progetto di recupero più ampio, i primi lavori di restauro riguardarono gli edifici storici più importanti del borgo di Antuni, e terminarono nel 1999. Con i fondi del Giubileo del 2000, si continuarono i lavori con il recupero delle antiche mura, dell’antica mulattiera che conduce al centro del borgo, e della torretta di avvistamento.
Alla scoperta di Antuni

Grazie alle visite organizzate dall’Associazione Camminando con, e ai numerosi percorsi di trekking che lo includono nel loro itinerario, negli ultimi anni, il borgo fantasma di Antuni si è trasformato in un’interessante meta turistica per gli appassionati di escursionismo.
Vi si accede esclusivamente a piedi con una guida specializzata, dopo una passeggiata di circa 1,5 km in salita, lungo l’antica mulattiera. Superato l’arco di accesso al borgo si entra nella corte bassa del Palazzo del Drago, un tempo composto da numerose sale affrescate e da bellissime scalinate in pietra. Si prosegue la visita tra le rovine degli edifici che componevano il nucleo centrale del borgo. Sono ancora visibili gli antichi pozzi, le piazze i giardini, e le antiche mura fortificate da cui si gode una spettacolare vista sul Lago del Turano e sul paesaggio circostante.

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Una vista mozzafiato del lago si ha però anche dall’Eremo di San Salvatore situato su di uno sperone di roccia a picco sul lago. Vi si accede continuando a camminare per un altro chilometro e mezzo lungo un sentiero che riporta a bassa quota e conduce all’Eremo. Si tratta di una grotta naturale, trasformata in chiesa rupestre nel Basso Medioevo. Qui si trovano un altare e due affreschi sacri realizzati dagli eremiti nel XVII secolo.
Storia, arte e paesaggio si fondono in un luogo dal fascino indiscutibile che merita di essere conosciuto. Il borgo fantasma di Antuni vi aspetta!
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