La Miniera d’Oro di Marcellina: archeologia industriale e land art

Vista aerea di una parte del territorio del Parco dei Monti Lucretili, tra Marcellina e San Polo dei Cavalieri, dove si trova l'ex cava CIDI, riqualificata con l'intervento di land art "La Miniera d'Oro".
Vista dell’ex cava CIDI a Marcellina, sulle pendici dei Monti Lucretili – Photo Credits: Pierpaolo Ciucci, 2017 https://bit.ly/2YnVvqU

C’era una volta, a Marcellina, una cava da cui si estraevano pietre per produrre cemento. Abbandonata per anni, al suo posto ora esiste una Miniera d’Oro! Sì, avete letto bene… Tra il 2016 e il 2018, infatti, l’ex cava CIDI e la sua fabbrica di cemento, localizzate sulla strada provinciale 33b, che da Marcellina conduce a San Polo dei Cavalieri, sono state oggetto di un intervento di land art, che ha valorizzato un importante sito industriale dismesso, lasciato nell’oblio per molti anni.

Ci troviamo a circa 40 chilometri a nordest di Roma, all’interno dell’area del Parco Regionale dei Monti Lucretili, istituito nel 1989, per tutelare un territorio di grande valenza paesaggistica e naturalistica. Questo stesso territorio, però, fin da epoche lontane è stato oggetto di attività estrattive che lo hanno esplorato per la presenza di rocce ricche di carbonato di calcio.

Dalle antiche calcare romane al cementificio della cava CIDI

Già in epoca romana, questa zona a nordest di Roma era conosciuta e sfruttata per le ricchezze del suo sottosuolo:

  • travertino nella zona tra Tivoli e Guidonia;
  • rocce carbonatiche, sulle pendici dei Monti Lucretili, nella zona tra Moricone e Marcellina.

Proprio da quest’ultima zona provenivano infatti le pietre con cui nelle fornaci, chiamate calcare, si produceva la calce che venne utilizzata durante lo sviluppo urbano della Roma Imperiale.

Le calcare si diffusero ben presto anche nel territorio dell’attuale Parco dei Monti Lucretili quando si intensificò la costruzione delle ville rustiche in tutta la zona della Sabina romana. Come documentato da un atto notarile del 1229, la stessa ricostruzione del Castrum Marcellini, l’antica Marcellina, venne realizzata utilizzando materiale locale, legna e pietra, estratto all’interno del latifondo dei Marcellini.

Lo sfruttamento di questo territorio si accentuò nell’Ottocento, quando si potenziò l’attività estrattiva di calcare per la produzione di calce, con la costruzione di fornaci a ciclo continuo. Tra queste spiccano quelle situate nelle vicinanze del centro visita del Parco dei Monti Lucretili, come quella della ex cava CIDI a Marcellina.

Immagine di gruppo degli operai della ex Cava CIDI di Marcellina. Alcuni operai posano davanti alla cava di pietre calcaree da cui si produceva il cemento
Operai dell’ex Cava CIDI di Marcellina – Photo Credits: https://bit.ly/3lhXQg9

Lo stabilimento CIDI di Marcellinacava e cementificio – venne fondato nel 1937, in vista della costruzione dell’ EUR: la società Italcementi ottenne la concessione da parte del Comune di Marcellina di circa 7 ettari di terreno su cui stabilire il suo impianto per la produzione di calce idrata. Lo stabilimento divenne immediatamente un forte attrattore di mano d’opera locale: qui lavoravano circa un centinaio di operai, tra uomini e donne, provenienti da Marcellina e San Polo.

In una zona dove la popolazione era da sempre dedita all’agricoltura e alla pastorizia, l’apertura del cementificio CIDI portò l’illusione del progresso e di una vita migliore, creando un grande impatto nella vita delle comunità di questo territorio e nel suo paesaggio.

L’impianto CIDI di Marcellina rimase in attività fino alla metà degli anni Settanta, quando, dopo anni di crisi e lotte operaie per migliori condizioni di lavoro e salari adeguati, terminò la sua produzione, chiudendo per sempre i battenti. La ferita nel territorio fu duplice: da un lato, di tipo economico/sociale; dall’altro, ambientale. Il cementificio abbandonato, con i suoi grandi silos sul costone della montagna, si trasformò in uno scheletro di archeologia industriale, deturpando il paesaggio di questo territorio.

Un’opera di land art per valorizzare l’ex cava CIDI

Vista dell'Altoforno dell'ex Cava CIDI di Marcellina, riqualificato con l'intervento di Land Art "Teodora", facente parte del progetto "La Miniera d'Oro".
L’ Altoforno della ex cava CIDI, con l’immagine di Teodora, parte dell’Opera La Miniera d’Oro – Photo credits: ©Elena Castore

Negli anni Ottanta, l’architetto e artista Romolo Belvedere realizzò un reportage fotografico intitolato Facce di Pietra, dedicato a molti di coloro che, fino a pochi anni prima, avevano lavorato nella ex cava CIDI di Marcellina. Tra i ritratti in bianco e nero affissi sulle pareti del Comune di Marcellina, però, non vi erano solo minatori e operai, ma anche contadini, pastori, e tutta la gente di Marcellina che aveva dedicato e sacrificato la sua vita lavorando duramente.

Da quel reportage, nacque il concept del progetto di valorizzazione dell’ex cava CIDI di Marcellina, la Miniera d’Oro, ideato dallo stesso Romolo Belvedere e realizzato in parte dall’artista venezuelano Luis Gomez de Teran.

Finanziato dall’Ente Parco dei Monti Lucretili, con l’appoggio del Comune di Marcellina, la Miniera d’Oro è un’installazione artistica permanente concepita con il duplice scopo di valorizzare l’ex sito industriale degradato e di celebrare la memoria dei suoi lavoratori.

Ecco quindi che nel settembre del 2016, grazie alla bravura e alla sensibilità dell’artista Luis Gomez, sulla parete in pietra rustica dell’Altoforno della ex cava CIDI, che si affaccia sulla strada provinciale, spunta il volto di Teodora, una delle tante Facce di pietra, fotografate trent’anni prima da Romolo Belvedere. Il ritratto di un’anziana signora di Marcellina, Teodora Fornari, che per tanti anni ha lavorato nella cava CIDI, dipinto sull’Altoforno, dona nuovamente vita a questo luogo abbandonato e dimenticato da decenni. Con il volto segnato dal sacrificio del lavoro in miniera e con le mani incrociate sopra l’accesso dell’Altoforno, Teodora sembra sorvegliare la cava dove ormai non si estraggono più pietre ma pepite d’oro.

All’interno dell’Altoforno, infatti, alcune delle pietre sono state dipinte con una pittura dorata, simulando l’effetto dell’oro, a simboleggiare, in una bella metafora concepita e realizzata dallo stesso Romolo Belvedere, i tesori che si nascondono in questo territorio. E quando cala la sera, una luce illumina le pareti interne dell’Altoforno e fa brillare le grandi pepite d’oro, creando un’atmosfera di grande effetto scenografico.

Vista del  Cementificio dell'ex Cava CIDI di Marcellina, riqualificato con l'intervento di Land Art "Facce di Pietra", facente parte del progetto "La Miniera d'Oro".
Il Cementificio dell’ex cava CIDI, con i volti di alcuni dei suoi antichi operai dipinti sui silos, parte dell’opera La Miniera d’Oro – Photo Credits: © Elena Castore

Qualche centinaio di metri più avanti, lungo la strada provinciale, appare il cementificio, che con la sua grande mole si staglia a ridosso della montagna, creando un forte contrasto visivo con la natura che lo circonda. Sui suoi otto grandi silos compaiono i volti di altri uomini e donne che hanno sacrificato le loro vite lavorando in quello stabilimento. Sono Giulio, Albina, Angelo Annetta, Peppe, Antonella, e Tullio, alcune delle Facce di Pietra di Romolo Belvedere, che dal luglio del 2018 fanno compagnia a Teodora. Insieme a loro, però, sull’ultimo silos, Gomez ritrae anche una bambina, Lauretta. Sorridente e sdentata, la bimba lega indissolubilmente la memoria di quel luogo e, quindi, il suo passato, al presente.

L’opera vuole creare un ponte tra passato, presente e, conseguentemente, futuro. […] La scelta delle immagini è un voluto omaggio alle persone del luogo. È stato emozionante incontrare figli e nipoti dei personaggi ritratti, che rivedevano i loro padri, madri, nonni. In loro ci sono le rughe, gli sguardi intensi, la saggezza e la dolcezza degli anziani, ma anche il sorriso, la gentilezza e la speranza che dovrebbero conoscere tutti, dai bambini agli adulti.

Luis Gomez

Dell’opera fa parte anche il Sentiero dell’Oro, che ha lo scopo di integrare la Miniera d’Oro all’interno dei percorsi del Parco dei Monti Lucretili. Lungo i sentieri che da Marcellina e San Polo dei Cavalieri conducono a Prato Favale, dove si trova l’ex cava CIDI, infatti, Romolo Belvedere ha realizzato la doratura di alcune pietre che indicano il cammino verso la Miniera d’Oro, testimoniando al tempo stesso i tesori simbolici che si nascondono in questo bellissimo territorio.

Potrete quindi abbinare un trekking sui Monti Lucretili, alla visita della Miniera d’Oro, ex cava CIDI, dove Teodora e i suoi compagni vi accoglieranno a braccia aperte, raccontandovi una bellissima storia fatta di lavoro, sacrificio e speranza.