Antica Monterano: storia e arte di un borgo fantasma della Tuscia

Antica Monterano, acquedotto e rovine del borgo – Photo Credits: Elena Castore

Abbandonata da più di due secoli, l’antica Monterano, nel territorio della Tuscia romana, è uno dei borghi fantasma più belli del Lazio. La sua bellezza si deve in parte alla ricchezza di alcuni dei suoi antichi edifici che, sebbene in rovina, conservano ancora le loro caratteristiche essenziali; in parte al meraviglioso paesaggio in cui il borgo è inserito e che gli fa da cornice.

Localizzato in provincia di Roma, tra i Monti Sabatini ed i Monti della Tolfa, il borgo fantasma di Monterano si erge su di un altopiano tufaceo situato tra due valli scavate dal fiume Mignone e dal fosso Bicione. Dal 1988, questo territorio è incluso all’interno della Riserva Naturale Regionale Monterano, un’area protetta di circa 1000 ettari di terreno ricchissimo di biodiversità.

Il bellissimo paesaggio collinare, ricco di boschi, prati-pascolo, e forre vulcaniche è una particolarità di questo luogo che rapisce la vista di chi giunge in qui per la prima volta. Scopriamo insieme la lunga storia e le bellezze architettonico-paesaggistiche che rendono l’Antica Monterano un posto davvero speciale.

L’antica Monterano: dagli Etruschi alla famiglia Altieri, lungo tremila anni di storia

Antica Monterano, sepolcri etruschi e romani ai piedi del rilievo tufaceo dove si ergono le rovine del borgo fantasma –
Photo Credits: Elena Castore

Abitato fin dall’età finale del bronzo (XI, X sec. a.C.) , Monterano fu probabilmente fondato dagli Etruschi che avevano consacrato il territorio tra Manziana e Canale Monterano, dove si ergono le sue rovine, al Dio degli Inferi Manth, in latino Mantus. Da questo nome deriverebbe il toponimo Manturianum, poi Manturanum, con cui, dall’età tardo antica, si iniziò a identificare il sito di Monterano.

Probabilmente sotto il controllo politico della città di Caere (Cerveteri), la presenza etrusca è accertata dal VII secolo a.C. grazie all’esistenza di moltissime tombe sulle pendici del rilievo tufaceo su cui sorse Monterano e sulle colline circostanti.

Sotto il controllo di Roma, a partire dalla metà del IV sec. a.C., Manturianum rientrò nell’area di influenza della città romana di Forum Clodii, costruita a una distanza di circa tre km, lungo la via Clodia, che collegava Roma a Saturnia. Divenuta successivamente sede vescovile, fino alla caduta dell’Impero romano, Forum Clodii atrasse molti abitanti della zona tra cui grande parte della popolazione di Monterano, che cominciò a ripopolarsi solo tra il VI e VII secolo, durante le invasioni barbariche, grazie alla sua posizione strategica. In questo stesso periodo, Monterano sostituì la diocesi di Forum Clodii, entrando successivamente tra i territori del Patrimonio di San Pietro.

Sede vescovile fino al X secolo, fu annessa successivamente alla nuova diocesi di Sutri, passando in proprietà, nell’XI secolo, all’Abbazia di San Paolo fuori la Mura di Roma, che fece costruire, nell’abitato una torre quadrangolare, con basamento a scarpa, più tardi inglobata come mastio in un recinto difensivo. In piena età medievale, Monterano era già dotata di una residenza fortificata, la rocca, costruita intorno alla torre e di mura difensive, in cui si aprivano le porte di accesso al borgo.

In epoca tardo-medievale, nel XIV secolo, il feudo di Monterano, passò nelle mani degli Anguillara e nei secoli successivi di altre famiglie nobiliari romane legate al Papato, i Colonna e gli Orsini. Questi ultimi ne sfruttarono le risorse minerarie, di cui era ricco il territorio, soprattutto zolfo e allume, proveniente dai Monti della Tolfa, incentivando lo sviluppo economico e demografico del borgo. Sotto gli Orsini il nucleo edificato di Monterano venne ampliato verso oriente, mentre la rocca venne fortificata con l’aggiunta di torri circolari simili a quelle del Castello di Bracciano, di proprietà degli stessi Orsini.

Topografia geometrica dell’Agro Romano di G.B. Cingolani, 1692 – Photo Credits: https://bit.ly/3zY1dO8

Fu solo a partire dal 1671, quando Monterano divenne proprietà degli Altieri, dopo un periodo di declino coincidente con il declino della famiglia Orsini, che il borgo vide una vera e propria rinascita artistico-architettonica, assumendo l’aspetto che oggi possiamo desumere dalla sue rovine. Grazie alla presenza di un papa in famiglia, Emilio Bonaventura Altieri, salito al soglio pontificio nel 1670 con il nome di Clemente X, gli Altieri iniziarono un programma di ampliamento e ristrutturazione del borgo che venne dotato di nuovi importanti edifici, tra cui la bellissima chiesa di San Bonaventura con relativo convento annesso. La sua progettazione venne affidata al giovane Gian Lorenzo Bernini, che si occupò anche del rifacimento del Palazzo Baronale.

Questo periodo di grande splendore però non durò a lungo. Alla fine del Settecento infatti, l’affievolirsi delle richieste di zolfo sul mercato, l’insalubrità dell’aria legata alle presenza delle pozze sulfuree nei pressi del nucleo residenziale, la malaria che dilagava sempre di più nella zona, e per finire le devastazioni operate dall’esercito francese nel 1789, portarono all’abbandono definitivo di Monterano prima da parte della popolazione, poi degli stessi Altieri.

Questi ultimi ordinarono lo smantellamento delle coperture del Palazzo baronale e degli edifici, permettendo così che la vegetazione invadesse presto il borgo, che tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento divenne luogo di spoliazioni e pascolo.

A passeggio tra le rovine dell’antica Monterano

Ricostruzione dell’antica Monterano – Photo Credits: https://bit.ly/3yVtN1a

Abbandonato definitivamente dagli inizi dell’Ottocento, Monterano si è trasformato nel corso degli ultimi due secoli in un borgo fantasma. Il recupero e la stabilizzazione delle sue rovine, avvenuti a partire dal 1956, e, soprattutto, l’istituzione della Riserva Naturale di Monterano, hanno reso possibile che questo borgo possa ancora oggi raccontare la sua storia a chi lo visita.

Dopo aver lasciato l’auto al vicino parcheggio, e attraversato una parte della Riserva Naturale di Monterano lungo un comodo sentiero, si giunge ai piedi del pianoro su cui sorge l’antica Monterano, davanti al bellissimo acquedotto di epoca cinquecentesca: un ponte su due arcate di oltre 20 mt di altezza permetteva all’acquedotto che canalizzava le acque del fiume Mignone nei pressi di Oriolo di giungere al borgo di Monterano, sfruttando la naturale pendenza del terreno. L’acquedotto, che correva interrato lungo tutto il suo percorso, in questo punto aveva bisogno di un ponte per superare l’avvallamento che separava il borgo dal rilievo retrostante. Alla base di quest’ultimo, a destra dell’acquedotto, si scorgono alcune piccole grotte, probabili sepolcri etrusco-romani, e un fontanile, il fontanile delle Cannelle, preceduto da alcune vasche, probabilmente un lavatoio e un abbeveratoio.

Continuando il percorso che scende in direzione sud-ovest, ai piedi del pianoro tufaceo di Monterano, lasciandosi l’acquedotto alle spalle, si giunge ad un sentiero piuttosto ripido in salita, lastricato in basolato romano, che conduce alla porta Pradella, o Cretella, una delle tre antiche porte del borgo. Superata la porta, continuando la salita, si accede alla piazza della rocca, detta Piazza Lunga, dove si trovano i ruderi:

  • del Castello o Palazzo Altieri
  • della Chiesa di Santa Maria Assunta
  • della Chiesa di San Rocco
Antica Monterano, Palazzo Altieri e Fontana del Leone – Photo Credits: https://bit.ly/3jWFWPs

Il Castello o Palazzo Altieri, come lo vediamo oggi, è il risultato di una serie di rifacimenti avvenuti nel corso dei secoli, l’ultimo dei quali progettato, prima dal Fontana e poi dal Bernini, alla fine del Seicento. Il progetto seicentesco trasformò il Castello cinquecentesco in Palazzo signorile modificandone la facciata sulla piazza. Questa venne dotata di un porticato a sei arcate, che collegavano le due torri laterali, una quadrata di origine medievale, l’altra cilindrica di epoca rinascimentale. Sulla scarpata sottostante il portico, Bernini progettò anche la famosa Fontana del Leone, simbolo di Monterano, in cui la statua di un leone, nell’atto di graffiare la roccia, fa zampillare l’acqua che cade nella vasca nella piazza sottostante.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta fu edificata probabilmente nel XII secolo, in sostituzione dell’antica cattedrale localizzata nel luogo dove fu costruito il Castello; di questa rimane appena la torre campanaria. La Chiesa di San Rocco, adiacente al Palazzo Altieri, risale al XV secolo; a navata unica, di questa rimane l’abside con l’altare e due piccole cappelle laterali.

Uscendo dalla Piazza Lunga, in direzione ovest, si attraversa una parte del borgo, giungendo alla Porta di San Bonaventura, ancora parzialmente visibile; era la porta principale del borgo da cui si apriva la bellissima prospettiva della Chiesa e Convento di San Bonaventura. Edificato tra il 1677 ed il 1679 in fondo al pianoro che si apre verso Ovest, fuori le mura del borgo, il complesso religioso, progettato da Gian Lorenzo Bernini, era il gioiello architettonico della Monterano degli Altieri. La chiesa, a pianta centrale, con due cappelle laterali, era coperta da una cupola sormontata da una lanterna, oggi perduta, così come perduti sono i due campanili laterali che inquadravano la facciata, in gran parte conservata. Addossato alla chiesa, alle sue spalle, si sviluppava il convento, una struttura a forma di U, aperta intorno ad un grande chiostro centrale, su cui si aprivano le celle. A due piani sul lato nord, a tre sul lato sud, a causa della pendenza del terreno, di questa struttura sono rimasti quasi solo, e in parte, i muri perimetrali .

Antica Monterano, la fontana ottagonale, la chiesa e il Convento di San Bartolomeo – Photo Credits: Elena Castore

Oltre alla Chiesa e al Convento di San Bonaventura, il Bernini progettò anche una bellissima fontana ottagonale nel piazzale antistante la facciata della chiesa, ancora oggi visibile. In realtà, quella attuale è una copia della fontana originale che, negli anni Cinquanta del Novecento, venne smontata e rimontata in Piazza del Campo, nella vicina Canale Monterano. Lo stesso avvenne per la statua del leone, della Fontana di Palazzo Altieri, che fu collocata nell’atrio del Palazzo Comunale di Canale Monterano.

La Chiesa ed il Convento di San Bonaventura continuano ad essere ancora oggi l’elemento architettonico di maggior impatto artistico e scenografico del borgo fantasma di Monterano. La chiesa, forse, lo è ancor di più al suo interno: qui, l’assenza della cupola ha favorito la crescita, nel tempo, di un grande albero di fico di circa due secoli d’età, che oggi sembra incarnarne l’anima.