
A due passi dal mare, nella campagna di Fiumicino in località Maccarese, sorgono il Castello San Giorgio e il suo piccolo borgo, di origine medievale. Per chi frequenta il litorale di Fregene, una delle località di mare più vicine alla Capitale, il Castello di Maccarese è un’immagine familiare: si erge con la sua possente mole immersa nel verde, sulla sponda del fiume Arrone opposta alla strada che dall’Aurelia conduce a Fregene, segnalandone l’arrivo imminente.
Il suo piccolo borgo, nato con lo sviluppo del Castello, invece, è nascosto dal verde ripariale che costeggia la strada, e dalle case che, in tempi più recenti, sono state costruite intorno. Però, basta attraversare il ponticello sull’Arrone, e ci si ritrova in un luogo fuori dal tempo, recentemente recuperato e trasformato in un polo enogastronomico.
Insieme al Castello di San Giorgio, oggi utilizzato come location per eventi e matrimoni, il borgo di Maccarese rappresenta un esempio di riuso intelligente di un bene di grande valore storico e artistico, che ha saputo adattarsi alle esigenze della vita moderna senza snaturarne le caratteristiche essenziali.
Curiosi di saperne un po’ di più? Scopriamo insieme le vicende di questo luogo avvolto nella storia e nel mito.
Il Castello di San Giorgio tra storia e leggenda

Come tutti i borghi rurali di campagna, anche il borgo di Maccarese si è sviluppato intorno ad un casale fortificato, che si è poi trasformato nel corso dei secoli, assumendo l’aspetto di un vero e proprio castello solo durante il Settecento.
Le prime notizie documentate risalgono al XIII secolo: all’epoca era proprietaria di questo casale, conosciuto come Villa San Giorgio, la famiglia dei Normanni Alberteschi, proprietaria di grandi possedimenti terrieri nella zona da circa due secoli, grazie alla complicità del papato.
Secondo la leggenda, il nome di questo possedimento sarebbe legato al cavaliere Giorgio, dei Conti Anguillara, ramo più famoso della famiglia dei Normanni, cui si deve l’uccisione di un drago, un serpente gigantesco che seminava il terrore tra contadini e pescatori della zona.
Il Papa avrebbe promesso una vasta estensione di terre, tra cui anche quelle di Maccarese, a chi avesse uccise il mostro, liberando questo territorio dalla paura. Gli Anguillara quindi divennero i legittimi proprietari del feudo di Maccarese, che passò successivamente nelle mani di altre famiglie nobiliare romane: dai Mattei, ai Pallavicini e, alla fine del Seicento, ai Rospigliosi. A Paolo Mattei, nel 1569, si deve un primo rifacimento del Casale San Giorgio con l’aggiunta dei quattro bastioni laterali per renderlo più sicuro. Ma sarà sotto i Rospigliosi, nel Settecento, che la struttura si trasformerà in un vero e proprio castello nobiliare, assumendo l’aspetto che conserva fino ad oggi.
I Rospigliosi rimasero proprietari della Tenuta fino al 1923. Nel 1925, la proprietà di Maccarese venne ceduta alla Maccarese SAB (Società Anonima Bonifiche), che iniziò degli importanti lavori di bonifica su tutta quest’area, da sempre paludosa e afflitta dalla malaria. Ceduta all’IRI negli anni Trenta, la società bonificò un territorio di 4500 ettari, su cui costituì una delle più grandi aziende agricole italiane.
Da botteghe artigiane a polo enogastronomico: la rinascita del borgo di Maccarese

Photo credits: Elena Castore
In mano al Gruppo Benetton, proprietario da circa vent’anni del Castello, del borgo e di 3200 ettari di terreno, il borgo di Maccarese è stato recentemente oggetto di un interessante progetto di riuso che lo sta riportando ad avere un ruolo attivo nel territorio.
Le antiche botteghe artigiane sul retro del Castello, aperte sulla piazzetta del borgo, ospitavano in passato tutte quelle attività che un tempo servivano alla vita del borgo agricolo. Abbandonate dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel 2017 sono state recuperate e riaperte con gli stessi usi preesistenti. L’esperienza, però, non ha dato i risultati sperati; si è deciso allora di innovare, trasformando questo luogo in un polo gastronomico di qualità.
Durante il primo lockdown, nel 2020, sono stati realizzati i lavori di recupero della piazzetta, con la posa in opera di una nuova pavimentazione, il rifacimento delle aiuole, il rinnovo dell’arredo urbano e una nuova illuminazione, creando le condizioni fisiche e ambientali per la concretizzazione del progetto.
Si è passati poi alla selezione dei ristoratori che avrebbero affittato gli spazi, operando una scelta oculata che punta alla qualità dei prodotti e della cucina, accessibile a tutti. Una pizzeria, un ristorante di cucina spagnola, un’osteria, un’enoteca: questa per ora è l’offerta enogastronomica del borgo di Maccarese, destinata ad ampliarsi in base alla risposta del mercato.
La pandemia e le conseguenti limitazioni imposte in quest’ultimo anno e mezzo, hanno sicuramente rallentato l’andamento del progetto e non permettono ancora di valutarne la riuscita, ma una cosa è certa: la location e l’offerta enogastronomica sono perfette per un aperitivo al ritorno da una giornata di mare, per una cena con gli amici mentre si è in vacanza, o per un pranzo domenicale durante tutto l’anno.
Non rimane che provare, provare, provare e provare, non vi pare?