Sacrofanite e non solo! Le singolarità geologiche di Sacrofano

Caldera di Sacrofano vista dal Monte Cavalluccio – Photo Credits: https://bit.ly/3lOIVsz

Forse non tutti sanno che Sacrofano, situato a soli 25 km a nord di Roma, sulla cinta della caldera del Vulcano omonimo, è il sito geologico della Sacrofanite, un minerale presente esclusivamente in questo territorio, da cui ha preso il nome.

Quest’area appartiene al Distretto Vulcanico Sabatino, un’antica zona vulcanica caratterizzata dalla presenza di numerosi crateri eruttivi, la cui attività si è sviluppata all’interno di una fossa tettonica compresa tra i Monti della Tolfa, a ovest, e il Monte Soratte, a est, su di un’area di circa 1500 km quadrati. In questa zona, in un arco temporale compreso fra seicentomila e quarantamila anni fa, si svolsero importanti attività vulcaniche, come quelle del Vulcano di Sacrofano, terminate da circa 330 mila anni, che hanno dato origine a specie mineralogiche rare o addirittura uniche, come nel caso della Sacrofanite.

Sacrofanite, il minerale che rende Sacrofano unico al mondo!

La Sacrofanite, che si presenta in aggregati tubolari bianchi incolore, è stata scoperta nel 1980 nell’area di Valle Biachella, situata ad ovest di Monte Solforoso, internamente alla caldera di Sacrofano, circa 2 km a nord-ovest del borgo.

Una delle caratteristiche che rende così interessante la Sacrofanite è la sua anisotropia. Si tratta della capacità di rifrangenza della luce, una caratteristica che permette ad un raggio luminoso di essere separato in due raggi di diversa polarizzazione creando il fenomeno della birifrangenza.

Geologicamente, la Sacrofanite appartiene al gruppo delle cancriniti-sodaliti. Si tratta di minerali costituiti da anelli di sei tetraedri centrati dal silicio e dall’alluminio che si legano tra loro, formando strati sovrapposti. Dalla sovrapposizione di questi strati, che si impilano gli uni sugli altri in vari modi, si originano diverse sequenze di strati, da cui derivano le diverse specie di minerali che compongono questo gruppo.

Fino al 2005 sono state individuate 17 specie diverse: fra queste, quattro sono state scoperte nel Lazio – una nella zona di Farnese (VT) e tre nella zona di Sacrofano, tra cui la Sacrofanite. A queste ultime, successivamente, se n’è aggiunta una quarta e, probabilmente, se ne aggiungeranno altre negli anni a venire. Le specie laziali sono tra quelle che presentano le strutture più complesse formate da 4 a 30 strati, come nel caso della Sacrofanite che presenta una struttura a 28 strati!

Minerali rari e preziosi, tufi e solfatare

Solfatara di Sacrofano, vista aerea

In questo territorio, quindi, oltre alla Sacrofanite sono presenti altri minerali rari provenienti dall’attività del Vulcano di Sacrofano. Fanno tutti parte del gruppo delle cancriniti-sodaliti e sono stati trovati nella zona di Valle Biachella. Parliamo di:

  • Biachellaite, scoperta nello stesso incluso trovato nel 1980 a Valle Biachella da cui prende il nome, è stata identificata solo nel 2008. Probabilmente, all’epoca del rinvenimento della Sacrofanite venne confusa con questo minerale;
  • Marinellite, scoperta nel 2003, prende il nome dal prof. Giorgio Marinelli (1922-1993) dell’Università di Pisa;
  • Giuseppetite, scoperta nel 1981, ha una colorazione tendente al violaceo.

Minerali unici e rari a parte, in questa zona si trovano anche minerali più comuni ma ricercati dai collezionatori di pietre preziose, come la Haüyna. Appartenente sempre al gruppo delle cancriniti-sodaliti, la Haüyna si può rinvenire in cristalli, anche se, più frequentemente, la si trova in granuli irregolari e masse informi in rocce ignee. Quando non incolore e trasparente, come nel caso della Haüyna rinvenuta nella zona di Sacrofano, le colorazioni di questo minerale vanno dal blu fino al celeste tendente al verde.

L’attività del Vulcano di Sacrofano, poi, ha poi originato la formazione di due tipi di tufo, tipici di quest’area:

  • il Tufo stratificato varicolore di Sacrofano, formatosi da eruzioni di 300 e 500 mila anni fa;
  • il Tufo giallo di Sacrofano

Quest’ultimo pare sia nato da una eruzione violentissima, avvenuta in prossimità della cresta nord del vulcano, da cui derivò un’ enorme colata piroclastica, nota come “tufo giallo di Sacrofano“, costituita da pomici immerse in una matrice di ceneri, ricche di inclusi spesso cristallizzati. La colata andò a colmare una depressione preesistente, precorritrice dell’attuale Valle Biachella, dando origine all’accumulo di lava e di blocchi sedimentari che, più tardi, resero possibile la sopravvivenza dell’uomo in quest’area.

Ma non è tutto! Un altro elemento geologico che caratterizza questa zona, ricompresa in parte all’interno del Parco Naturale di Veio, sono due solfatare, cave da cui si estraeva lo zolfo, oggi integrate nel paesaggio naturale. Sebbene si trovino all’interno di terreni privati, possono essere raggiunte, una a piedi, con una breve camminata, l’altra con lo sguardo, essendo di difficile accesso. Si trova, infatti, su di uno strapiombo dalle pareti bianchissime, che, al tramonto, si accendono di luce, illuminando la vallata sottostante. Per chi ama camminare in mezzo alla natura e ha uno spirito avventuriero, è uno spettacolo da non perdere!

E non dimenticate di portare con voi una guida mineralogica, una lente di ingrandimento e una macchina fotografica; potreste avere la fortuna di trovare nuove rocce e nuovi minerali lungo il cammino, contribuendo al progresso della scienza!