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Il prossimo fine settimana, 10 e 11 ottobre, a Castel di Tora, piccolo borgo affacciato sul Lago del Turano, in provincia di Rieti, si svolgerà lo Slow Tour Festival. Giunto alla sua seconda edizione, l’evento in programma si inserisce all’interno del progetto “Autunno delle Meraviglie 2020“, promosso dalla Regione Lazio. Lo Slow Tour Festival, come dice il nome stesso, ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere il territorio attraverso un turismo lento e sostenibile, capace di scoprire le numerose bellezze di questo piccolo gioiello dell’alta Sabina.
Castel di Tora, infatti, racchiude nel suo territorio ricchezze paesaggistiche, naturalistiche, storiche, artistiche, culturali e gastronomiche, che lo rendono un posto unico: non è un caso, perciò, che sia stato riconosciuto e certificato come uno dei “Borghi più belli d’Italia“! Per prepararci all’evento del prossimo weekend, quindi, scopriamo qualcosa di questo luogo magico dalle origini leggendarie.
Tora, l’antica città avvolta nel mistero

Il nome Castel di Tora affonda le sue radici nell’antica e leggendaria città di Tiora Matiene, chiamata in epoca medievale anche Tyro, Tyra, Tyriam, Thuriensem, Thora e infine Tora, un’antica città del Latium Vetus, sopravvissuta nel corso di molti secoli a guerre e distruzioni.
Ancora a partire da Rieti, per chi procede lungo la via Latina, dopo trenta stadi si trova Batia, e dopo trecento, Tiora, detta Matiene. In questa città si sostiene che sia esistito un oracolo di Ares molto antico …
Con queste parole, Dionisio di Alicarnasso, uno storico greco vissuto durante il I sec. a.C., autore di una Storia di Roma Arcaica, ci parla dell’antica città di Tora, ripetendo ciò che lo storico reatino Marco Terenzio Varrone aveva scritto, circa cinquant’anni prima, in un’opera poi andata perduta. La presenza del tempio di Ares, dove un picchio appollaiato su una colonna lignea proferiva oracoli, faceva risalire la fondazione di questa città al mitico popolo dei Pelasgi, venuto dalla Grecia in Italia, circa tredici secoli prima. Lo stesso nome Tora proviene dal greco Thoùrios Ares, ovvero Marte Furente, avvalorando la tesi della sua antica fondazione greca.
Nella città di Tora, il 10 luglio del 251 d.C., in pieno periodo di persecuzioni cristiane, vennero condannati a morte due cristiani: la giovane romana Anatolia ed un uomo di origine Marsica di nome Audace. Dove si trovasse esattamente il luogo del martirio, e quindi Tora, però, rimane ancora un mistero, visto che gli scavi archeologici compiuti finora danno evidenza dell’esistenza di prove del martirio in due luoghi distinti. Per molti, infatti, Tora sorgeva nei pressi della Chiesa di Sant’Anatolia, nell’odierna Castel di Tora; per altri, invece, nei pressi della Chiesa di Sant’Anatolia nell’attuale località di Sant’Anatolia di Borgorose, sempre in provincia di Rieti.
Nell’uno o nell’altro caso, l’antica città di Tora è stata così importante nella storia di questi luoghi che quando nel 1864 si decise che Castel Vecchio (Castrum Vetus) – il borgo di origine medievale – avrebbe cambiato nome, venne chiamato proprio Castel di Tora.
Il borgo di pietra riflesso nelle acque, da scoprire durante lo Slow Tour Festival

Pietra e acqua contornate dal verde di pascoli e boschi. Mezzo spopolato dall’emigrazione, con accanto la città morta di Antuni, sembra custodire nei vuoti e nei silenzi dei suoi vicoli il segreto delle sue origini, mitiche come tutte le ‘vere’ origini, perché vengono da un’Atlantide di casa nostra, sprofondata nei pensieri prima che nel tempo: la città sabina di Thyra, o Tora
Nella guida “I Borghi più belli d’Italia”, Castel d Tora viene descritto così. In poche righe c’è l’essenza di un borgo di origini mitiche e antichissime, circondato da rilievi montuosi, fitti di boschi e pascoli, tra cui domina il Monte Navegna (1506 m), affacciato sulle acque del lago del Turano. Un lago artificiale, creato tra il 1935 ed il 1938 con la costruzione della diga omonima, che ha sommerso la valle del Turano con i suoi terreni fertili, modificando completamente il paesaggio e l’economia di tutta questa zona. L’agricoltura e la pastorizia nel corso degli ultimi decenni hanno lasciato il posto all’artigianato e al turismo e la popolazione di Castel di Tora è scesa dai mille abitanti di allora ai circa 300 di oggi.
Il borgo, però, ha mantenuto intatto il suo carattere di borgo medievale, con la torre dell’antica fortezza risalente all’XI secolo, che domina l’abitato, arroccato su di un cucuzzolo. Risalgono al XV secolo le torrette di via Turano e di via dei Cenci, testimonianze vive delle antiche mura di cinta del nucleo urbano. Dall’alto del borgo, è tutto un susseguirsi di vicoli in discesa, piazzette, e scalinate, fino al lago.
E’ proprio partendo da una delle piazze principali di Castel di Tora, piazza San Giovanni Evangelista che, sabato mattina, 10 ottobre, inizierà il programma previsto nell’ambito dello Slow Tour Festival. Qui sarà presentata la mostra fotografica “Il Borgo Riflesso”, una mostra itinerante che porterà i visitatori tra le vie del borgo a scoprirne la storia, le tradizioni, le memorie di tempi passati. Il programma proseguirà con diverse escursioni che si svolgeranno in contemporanea, offrendo ai partecipante la possibilità di scegliere tra:
- escursione guidata alla scoperta delle Cascate delle Vallocchie, percorso naturalistico all’insegna delle tipicità floro-faunistiche e della biodiversità
- ciclo-escursione guidata lungo le “segrete del Lago del Turano” lungo un percorso di 25 chilometri in bicicletta
- escursione in barca a vela sul Lago del Turano
Nel pomeriggio del sabato, il borgo tornerà ad essere palcoscenico di due eventi culturali, che animeranno nuovamente la piazza di San Giovanni Evangelista: la presentazione di un libro e, a seguire, uno spettacolo di musica swing!
Domenica mattina, 11 ottobre, si ripeteranno alcune delle escursioni proposte nel giorno anteriore e si potrà visitare il borgo fantasma di Antuni, con l’accompagnamento di guide escursionistiche locali. Il percorso porterà i partecipanti a scoprire la storia del borgo risalente all’XI secolo, abbandonato alla fine della Grande Guerra e oggi in parte recuperato. Si conosceranno il labirinto sensoriale, i giardini e l’eremo, godendo di una vista mozzafiato sul Lago del Turano. Nel pomeriggio della domenica, uno spettacolo teatrale itinerante porterà i visitatori nuovamente per i vicoli del borgo, alla scoperta di usi e tradizioni, concludendo la manifestazione.
Per maggiori dettagli sul programma di Slow Tour Festival, vi invitiamo a consultare la pagina facebook Castel di Tora, dove saranno segnalati eventuali variazioni dovute alle misura anti-covid. Quindi, non vi resta che incrociare le dita, e organizzare la vostra visita in questo splendido borgo di pietra riflesso nelle acque! Siamo certe che ne sarete entusiasti!