
La Rocca o Forte dei Borgia nel borgo di Nepi vanta una storia millenaria e, nei giorni del 3 e 4 ottobre 2020, ospiterà l’evento artistico ed enologico DiVinArte. La Rocca dei Borgia si erge sul margine occidentale del nucleo urbano di Nepi, antico borgo in provincia di Viterbo, sorto in epoca etrusca su uno sperone di tufo di forma triangolare. Circondato su due lati da due forre solcate dal Rio Falisco e dal Rio Puzzolo, il sito presentava delle difese naturali ideali per l’insediamento dell’uomo, che si installò in questi luoghi fin dal periodo preistorico.
Abitata fin dall’VIII sec. a. C. dall’antica popolazione italica dei Falisci, la leggenda dice che Nepi, l’antica Nepet o Nepete, dalla parola etrusca Nepa (acqua), sia stata fondata nel 458 dal mitico Termo Larte, quando era già alleata di Roma nel 383 a. C. Come riferiscono gli storici romani Tito Livio e Velleio Patercolo, l’insediamento etrusco, probabilmente, doveva essere fortificato, visto che la sua conquista da parte di Furio Camillo non fu affatto facile.
È probabile che, divenuta colonia romana, Nepi, sia stata difesa da una cinta muraria, vista l’importanza della sua posizione strategica anche dopo la caduta dell’Impero Romano. L’antica città etrusca era infatti attraversata dalla via Amerina, unica strada di collegamento tra Roma e Ravenna. È su questa probabile muraglia etrusco-romana, che circondava l’insediamento romano, divenuto sede vescovile già nel IV sec. d. C., che, durante il Medioevo, venne costruito il primo nucleo della futura Rocca dei Borgia.
Da rocca difensiva a castello nobiliare: la storia della Rocca dei Borgia e il fantasma di Lucrezia

Intorno all’XI secolo venne edificata, a scopo difensivo, una torre a pianta quadrata sul lato ovest del nucleo urbano, il più esposto agli attacchi nemici. Nell’ XII secolo, dopo la proclamazione di Nepi a libero comune, si costruì un’altra torre, a base trapezoidale che, oltre alla funzione difensiva, serviva da avancorpo e da torre di avvistamento. Venne eretta al di sopra dell’antica porta romana e a questa se ne affiancò un’altra ad arco ogivale. La struttura difensiva venne successivamente ampliata con l’aggiunta di un’altra torretta sul lato nord-est. Il Castello assunse quindi una forma poligonale, con tre torri poste sul vertice ovest, est e nord-est, collegate da un camminamento di ronda.
L’esistenza di un Castello vero e proprio è documentata a partire dal 1300 in un documento che lo cita, distinguendolo dal resto del nucleo abitato. Qui risiedettero le grandi famiglie nobiliari che, durante il Medioevo, si contesero il controllo di queste zone: dai Canossa, ai Colonna, agli Orsini, ai Gaetani, agli Anguillara. Tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo, la torre quadrata venne inglobata nel Mastio.
Ma è nel XV secolo, quando Nepi passò nelle mani della famiglia Borgia e del Papato, che la Rocca e il Castello assunsero la configurazione che conosciamo oggi. La nomina del Cardinale Rodrigo Borgia a Governatore di Nepi inaugurò infatti un periodo di grandi lavori che ristrutturarono e ampliarono la Rocca, migliorandone sia la funzione difensiva ma, soprattutto, quella residenziale. Negli ultimi due decenni del XV secolo, infatti si costruirono:
- i quattro torrioni cilindrici, con base a scarpa e di diametro diverso, posti agli angoli di un quadrilatero difensivo che racchiudeva il nucleo centrale, dove si trovava il palazzo;
- una loggia di collegamento tra le due torri principali;
- venne rialzata la torre circolare per migliorarne le funzioni di avvistamento;
- gli ambienti sottostanti, tra cui l’antico ingresso principale al centro abitato, vennero trasformati in cantine.
I lavori vennero affidati al già noto architetto Antonio da Sangallo “il Vecchio” che, in quegli anni, stava realizzando anche la Rocca di Civita Castellana.
Quando, nel 1492, Rodrigo Borgia venne eletto Pontefice con il nome di Alessandro VI, Nepi e la sua Rocca furono cedute al Cardinale Ascanio Sforza, in cambio del suo appoggio alla nomina papale. Ma nel 1499, a seguito dell’invasione francese a Milano, Alessandro VI tolse Nepi ad Ascanio Sforza, la elevò a Ducato e la affidò alla figlia illegittima Lucrezia Borgia. Quest’ultima regalò un periodo di grande prosperità a Nepi, continuando i lavori di ristrutturazione della Rocca, che mantenne la struttura del Palazzo su tre piani, come progettata da Antonio da Sangallo il Vecchio.
Lucrezia, Signora di Nepi dal 1499 al 1501, venne mandata a Nepi dal Papa dopo l’uccisione del marito, Alfonso D’Aragona, per trascorrere un periodo di lutto, non accettandone la morte organizzata dal fratello Cesare. Si dice che passando sotto il Castello, ancora si senta il suo pianto triste, e c’è chi giura di aver visto il suo fantasma!
La Rocca di Nepi e il Castello vennero nuovamente modificati con i Farnese che governarono Nepi dal 1537, quando Papa Paolo III Farnese la cedette al figlio naturale Pier Luigi Farnese, nominato Duca di Castro e di Nepi. Con la creazione del Ducato di Castro e di Nepi, infatti, la cittadina attraversò il periodo più florido della sua esistenza. Ma questa è un’altra storia e merita un nuovo racconto!
DiVinArte, quando l’arte e il vino si incontrano in uno scenario d’eccezione

Tra fantasmi e storie di cavalieri e dame, di signori, principi e principesse, la Rocca dei Borgia continua ad essere sede di vari eventi in diversi periodi dell’anno. Uno di questi, DiVinArte, giunto nel 2020 alla sua V edizione, permetterà attraverso una serie di visite guidate, di conoscerla più da vicino, e di penetrare i suoi misteri. Dopo una serie di restauri compiuti tra il 2006 e il 2007, infatti, attualmente i principali locali della Rocca dei Borgia sono fruibili. Tra questi:
- la corte interna
- il mastio
- i bastioni
- i ruderi degli ambienti adiacenti alla corte
- i resti dei paramenti murari della parte residenziale
- gli ambienti sotterranei.
Dal 3 al 4 ottobre 2020, il Castello diverrà lo scenario ideale dove circa quaranta artisti esibiranno i loro lavori artistici, e daranno vita a performance estemporanee, musicali e artistiche. Tra quadri, sculture, video, rappresentazioni teatrali e musicali, il tema di base, quest’anno, sarà l’arte della bellezza di Raffaello, in occasione dei 500 anni dalla morte.
Al programma culturale si affiancherà quello enologico, con degustazioni di vini di eccellenza a livello nazionale. Così, sarà possibile ammirare le opere d’arte di tanti artisti professionisti ed emergenti, ascoltare musica, mentre si degustano i vini serviti dai sommelier AIS di Viterbo.
Se non conoscete ancora la Rocca dei Borgia, questa ci sembra un ottima occasione per farlo; l’ingresso all’evento, a cura dell’Associazione AmorArte, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier AIS di Viterbo, ed il patrocinio del Comune di Nepi e della Pro Loco, è gratuito. E poi, potreste imbattervi nel fantasma di Lucrezia Borgia, che, per l’occasione, potrebbe voler fare gli onori di casa!