
Il Castello di Santa Severa, sul litorale a nord di Roma, intreccia e fonde la sua storia plurisecolare con quella della millenaria città etrusca di Pyrgi. Il maniero di origine medievale, ma dalle vesti rinascimentali, sorge infatti su quello che più di duemila anni fa fu un antico insediamento estrusco, divenuto poi castrum romano, denominato Pyrgi.
In realtà, però, questo sito, localizzato sulla costa laziale nella località di Santa Severa, pochi chilometri a sud di Santa Marinella, era già abitato durante l’età del Bronzo, come dimostrano alcuni reperti archeologici rinvenuti durante una delle numerose campagne di scavi svolti in quest’area.
Circa tremila anni di storia si sono stratificati in questo luogo, dove arte, cultura e natura creano un mix di straordinaria bellezza, che affascina chiunque lo visiti. Allora, tuffiamoci nel tempo e scopriamo insieme le tappe principali della sua affascinante storia!
Pyrgi etrusca, antico porto e santuario sulle sponde del Tirreno

L’insediamento etrusco di Pyrgi sorse tra il VI e il V secolo a.C. intorno all’antico porto della potente città-stato etrusca di Kisra, Caere per i romani, odierna Cerveteri, da cui distava circa 13 chilometri. Attraverso il porto di Pyrgi, Caere commerciava con i Greci e con i Fenici. Gli intensi scambi commerciali nel Mediterraneo tra questi popoli determinarono, nel tempo, la nascita di un vero e proprio nucleo urbano intorno all’area portuale, che si estendeva su di una superficie di circa 10 ettari. L’insediamento corrispondeva alla zona che sarà poi occupata, in epoca medievale, dal borghetto del Castello di Santa Severa, e comprendeva anche l’area di un grande santuario, a sud del Castello, alle spalle della attuale spiaggia delle sabbie nere.
Il santuario si trovava al termine della strada che collegava Caere al porto di Pyrgi ed era dedicato alla Dea Uni, corrispondente alla Dea romana Giunone e alla Dea fenicia Astarte. Gli scavi, realizzati nel 1957, hanno portato alla luce le fondazioni di due tempi, il Tempio A, tuscanico a tre celle, datato al 470-460 a.C. e il Tempio B, della fine del VI secolo, quindi più antico, periptero e a cella unica. I due templi erano decorati con altorilievi in terracotta: tra questi, uno, relativo al Tempio A, rappresenta una gigantomachia; un altro, policromo, pertinente allo stesso tempio, rappresenta un episodio relativo al mito greco de I Sette contro Tebe. Quest’ultimo decorava il frontone sul lato posteriore dell’edificio; è stato ricostruito ed è attualmente esposto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Nello stesso Museo sono esposte le Lamine di Pyrgi, tre lamine d’oro con iscrizioni in etrusco e fenicio, risalenti al VI sec. a.C.; tra le iscrizioni rinvenute finora, rappresentano la più antica fonte storica dell’Italia preromana. Vennero ritrovate nel 1964 nei pressi del Tempio B, all’interno di una vasca che, insiema a un altare e a un pozzo, costituiva un altro luogo sacro del santuario, il recinto sacro C. Le iscrizioni sono una dedica alla Dea etrusca Uni e alla Dea fenicia Astarte, da parte del re di Caere Thefarie Velianas, il che fa supporre che si tratti della stessa divinità, nell’incontro tra due culture diverse. Pyrgi sarebbe stato, quindi, un’importante centro di scambi non solo commerciali ma anche culturali, prima dell’insediamento dei romani su questo territorio.
Distrutta dalla flotta del tiranno Dionigi di Siracusa nel 384 a.C., Pyrgi divenne una colonia romana nel 264 a.C.. . Su parte dell’antico insediamento etrusco venne costruito il castrum romano omonimo, circondato da una possente cinta muraria in opera poligonale, nella quale si aprivano alcune porte. I resti di queste mura sono ancora in parte visibili, così come numerosi reperti archeologici, conservati all’interno del Castello di Santa Severa e del borgo medievale che lo circonda. Nella zona vennero poi costruite alcune dimore di villeggiatura patrizie ed il castrum rimase abitato fino al IV- V sec. d. C.
Dal Castellum Sanctae Severae al polo museale: mille anni di storia riflessi nel mare

Proprio sui resti dell’antico castrum romano, saccheggiato durante le incursioni sarecene nel IX secolo, tra il X e l’XI sec. d.C., i conti della Tuscia fecero edificare una piccola fortificazione dedicata alla giovane cristiana Severa, che nel 298 d.C., durante le persecuzioni ai cristani di Diocleziano, era stata martirizzata proprio sulla spiaggia di Pyrgi, dove era stata sepolta. Nel luogo della sua sepoltura, probabilmente intorno al V – VI sec. d.C., era stata eretta una chiesetta paleocristiana, i cui resti furono scoperti sotto il Castello di Santa Severa durante le campagne archeologiche del secolo scorso. Il culto a Santa Severa si consolidò in questa zona in pochi secoli : in un documento del 939 d.C., l’antica Pyrgi aveva gia cambiato denominazione, prendendo il nome di Sancta Severae.
Risale al 1068 il primo documento scritto in cui si fa riferimento al Castellum Sancta Severae e alla chiesetta dedicata alla martire: si tratta dell’atto con cui il conte di origine normanna Gerardo di Galeria donava all’Abbazia di Farfa “unam ecclesiam Sanctæ Severæ” ed il castello vicino alla stessa chiesa. Nel 1130, il Papa Anacleto II lo cedette all’Abbazia di San Paolo fuori le mura e, a partire dal XIII secolo, la proprietà passò nelle mani di diverse famiglie nobili romane, tra cui gli Orsini che, nel XIV secolo, fecero edificare le mura a ridosso del Castello. Nello stesso periodo venne avviata la costruzione del Castello a pianta quadrangolare che conosciamo oggi, che sostituì totalmente il fortilizio primitivo, di cui non vi è quasi più traccia.
Nel XV sec., il Castello di Santa Severa passò alla famiglia degli Anguillara che ne mantenne la proprietà fino a quando, nel 1482, Papa Sisto IV lo donò all’ Ordine di Santo Spirito, che ne rimase proprietario per cinquecento anni, fino al 1980. Tra il XV e il XVI secolo intorno al Castello prese vita il borgo che crebbe sotto la protezione dell’Ordine di Santo Spirito. La croce patriarcale, simbolo dello stemma dell’Ordine, è infatti incisa in ogni angolo del borgo. Nello stesso periodo e fino al Settecento, il Castello divenne luogo di sosta e di soggiorno prediletto da molti Papi: vi soggiornarono Leone X che, con la sua corte, si dedicava alle battute di caccia; Paolo IV; Gregorio XIII; Sisto V; Urbano VIII; Innocenzo XII, Benedetto XIV . Nel 1791, il precettore di Santo Spirito, il nobile Francesco degli Albizzi, fatta arrivare l’acqua al Castello, fece costruire un grande fontanile per gli uomini e per gli animali, nello spiazzo antistante il Castello.
Fu nel Seicento che il Castello di Santa Severa raggiunse il suo massimo splendore per poi, però, cadere in un lungo e lento periodo di decadenza fino ad essere utilizzato dai Tedeschi come postazione militare strategica nel 1943, durante la II Guerra Mondiale. Passato nelle mani dell’Amministrazione Pubblica, attualmente della Regione Lazio, negli ultimi anni, il Castello e il Borgo sono stati sottoposti a una serie di importanti lavori di recupero e riqualificazione che lo hanno trasformato in un importante polo museale, composto dall’Antiquarium, dal Museo del Mare, dal Museo del Territorio e dal Museo della Rocca.
Se siete curiosi di approfondire la storia del Castello di Santa Severa, non vi rimane che programmare una visita, magari approfittando di questi sprazzi di fine estate per fare un tuffo nelle acque delle spiagge che lo circondano. Altrimenti, se siete già entrati nel mood post-vacanze, e vi siete già fatti prendere dalla pigrizia, dovrete aspettare la pubblicazione del nostro prossimo articolo su questo luogo intriso di storia, arte e cultura. Noi ne siamo innamorate, quindi non tarderemo a parlarvene ancora!