Grotte di Pastena, un mondo fantastico dove non batte mai il sole

Grotte di Pastena
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Siete mai entrati all’interno di una grotta? Se la risposta è no, allora, le Grotte di Pastena, in Ciociaria, sono una meta imperdibile! Ma anche in caso di risposta affermativa, siamo sicuri che una visita in questo mondo fantastico vi lascerà a bocca aperta.

Le Grotte di Pastena, infatti, sono considerate uno tra i più importanti complessi speleologi del Lazio, e della nostra penisola. Si trovano sulla strada tra Pastena e Castro dei Volsci, a soli 4,5 km da Pastena, un piccolo borgo di origine volsca in provincia di Frosinone, conosciuto oltre che per la presenza delle grotte omonime, anche per essere una delle otto Città delle ciliegie del Lazio.

Le grotte si localizzano all’interno del Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, sul versante nord orientale, in un’area di origine carsica, una delle zone più interessanti della Ciociaria dal punto di vista naturalistico. Qui, la natura del terreno e gli eventi geologici hanno plasmato un paesaggio tipico, assimilabile a quello del Carso friulano, caratterizzato da particolarissime forme di erosione, e pianure formatesi da antichi laghi carsici. All’interno del Parco si possono osservare le varie formazioni legate al fenomeno carsico: dalle grotte, ai dolje, alle doline, agli inghiottitoi, alle città di roccia, alle piccole formazioni carsiche.

Le Grotte di Pastena: tra geologia, storia e archeologia

Grotte di Pastena, antro di ingresso o inghiottitoio
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La formazione di queste grotte sembra risalire all’era Mesozoica, tra ottanta e cinquanta milioni di anni fa. Sono definite come grotte di attraversamento, si tratta cioè di grotte interamente percorribili, dall’inghiottitoio, l’attuale antro di ingresso alto 20 metri e largo 12, fino alla risorgenza. Sono state modellate nel corso dei millenni dal fluire del torrente Fosso Mastro, che, inghiottito dalla montagna, l’ ha scavata, fino a rinascere dalla parte opposta.

Questa caratteristica unica, deve aver portato l’uomo preistorico a frequentare questo luogo, cui sicuramente si attribuivano significati magico-sacrali. Di fatto, i ritrovamenti avvenuti a seguito di alcune campagne archeologiche condotte tra il 2001 e il 2008, hanno permesso di accertare la presenza dell’uomo dal Neolitico all’Età del Bronzo. Tra i vari reperti, un’ascia di bronzo e un pugnale ritrovati sul letto del Laghetto Blu, uno dei laghetti nel ramo attivo delle Grotte di Pastena, risalgono agli inizi del Bronzo Medio (XVII sec. a.C). Durante questo periodo era diffuso un rituale secondo cui il capo della comunità offriva oggetti metallici di valore, spesso armi, a qualche divinità, gettandoli nelle acque di sorgenti, fiumi o laghi. E’ probabile, quindi, che le Grotte di Pastena fossero una sorta di santuario naturale frequentato da una o più comunità.

Prima di essere esplorate nel 1926 dal Gruppo Speleologico Romano guidato dal barone Carlo Franchetti , e, nel 1927, essere aperte al pubblico, le Grotte di Pastena offrirono rifugio a banditi e briganti: nel 1868, furono il palcoscenico dell’ eccidio degli ultimi fedeli del brigante Andreozzi. Durante le Seconda Guerra Mondiale, invece, servirono da rifugio a centinaia di profughi, provenienti dalle zone vicine.

Grotte di Pastena: il percorso

Grotte di Pastena, percorso ramo fossile
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Le Grotte di Pastena si estendono per una lunghezza complessiva superiore ai 3000 metri, e si articolano in due rami principali: un ramo inferiore, attivo, per la presenza dell’acqua, e un ramo superiore, fossile, dove cioè il processo da cui si originano stalattiti e stalagmiti si è interrotto decine di migliaia di anni fa.

Il primo ramo, lungo complessivamente circa 2200 metri, è accessibile al pubblico solo per 200 metri; il ramo fossile, lungo 880 metri, è quasi interamente visitabile. Accessibile grazie alla presenza di un camminamento che attraversa le varie “sale”, illuminate da riflettori, lungo il percorso all’interno di questo mondo fantastico dove non batte il sole, si potranno ammirare opere millenarie, frutto dell’azione incessante dell’acqua.

Dal Salone d’ingresso, segnato dalla presenza di una cortina di stalattiti policrome, l’itinerario si snoda dalle sale del ramo inferiore alle sale del ramo superiore, conducendo il visitatore in un crescendo di emozioni. Al livello inferiore si trovano: la Sala del Lago Blu, così denominata per la presenza di un laghetto dalle sfumature blu, alimentato da sorgenti naturali, e la Sala dell’Occhialone, dove il torrente forma una suggestiva cascata. Risaliti al livello superiore, quindi, si procede attraversando:

  • il Corridoio Franchetti
  • la Sala del Salice piangente
  • la Sala delle diramazioni con la Testa di elefante
  • la Sala dei pipistrelli
  • la Galleria delle Meraviglie
  • la Sala delle colonne
  • la Sala del Monte Calvario

Ogni sala ha le sue particolarità e prende il nome dalle forme rocciose che si trovano al suo interno; man mano che ci si addentra, le concrezioni si fanno sempre più imponenti, fino ad arrivare alla Galleria delle Meraviglie e alla Sala delle Colonne, dove stalattiti e stalagmiti hanno dato origine e vere e proprie colonne dalle forme stravaganti.

Le particolari condizioni climatiche, il silenzio, la luce soffusa e le scenografie naturali di un mondo surreale e fantastico rendono la visita alle Grotte di Pastena un’esperienza davvero unica. E se non vi abbiamo ancora convinto, seguiteci sui nostri canali Facebook e Instagram! Potreste innamorarvi perdutamente di questo posto magico ancor prima di visitarlo!