
La ciliegia, frutto dolce e succoso, è la regina indiscussa della Primavera. Il nostro Lazio ne è un grande produttore se si pensa ben 8 città si sono valse dell’appellativo di Città delle Ciliegie e sono:
- Pastena
- Maenza
- Poggio Nativo
- Montelibretti
- Palombara Sabina
- Celleno
- Viterbo
Le origini della sua diffusione in Italia risalgono all’antica Grecia: il termine Cerasicola, infatti, deriva dal greco kèrasos ed è legato alla città turca Cherasonte. Secondo Plinio il Vecchio, proprio dalla Turchia sarebbero stati importati i primi ciliegi. Nel Lazio, tuttavia, la ciliegia iniziò ad essere coltivata lungo la Valle del Tevere al tempo del proconsole Lucullo.
La ciliegia di Celleno preziosa fin dall’antichità
Tra tutte le varietà coltivate nella regione, di certo quella prodotta a Celleno è la più nota a livello nazionale. Qui la produzione iniziò nel tardo Medioevo in un’area che in quel periodo era occupata da vigneti e oliveti. Durante il periodo medioevale le ciliegie divennero cibo prezioso per viandanti e pellegrini che percorrevano la via Francigena anche se, per chi danneggiava i frutti di Celleno e delle zone limitrofe, lo Statuto di Celleno del 1457 prevedeva pene severe.

La ciliegia di Celleno: la sua polpa dalle qualità cangianti
La varietà di ciliegie prodotta a Celleno è frutto di una tradizione secolare, tanto da valerle il titolo di Prodotto Agroalimentare Tradizionale conferito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. La qualità sabbiosa del terreno di cui si nutrono vaste distese di ciliegi le attribuiscono un sapore particolare. I frutti sono piccoli e presentano una polpa diversa a seconda delle varietà.
Le Duracine all’interno presentano una polpa dura e croccante di colore bianco, rosso o bordeaux. Le Tenerine, al contrario, hanno la polpa rossa più morbida e succosa.
In generale, il frutto è ricco di sali minerali e vitamine ed è particolarmente adatto non solo per depurare l’organismo ma, grazie alla bassa concentrazione di grassi, è un valido alleato per le diete ipocaloriche.

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