Arpino: cultura, storia, oratoria qui affondano le loro radici

Arpino - Vista panoramica
Arpino – Vista panoramica

Un profilo a forma di arpa si delinea lungo i colli del versante sinistro della valle del fiume Liri. Così appare Arpino, il borgo della provincia di Frosinone famoso per aver dato i natali a Cicerone ed oggi candidato al titolo di Capitale italiana della cultura. Sovrastato dall’Acropoli, all’interno delle sue mura poligonali, realizzate in blocchi di pietre ciclopiche intorno al XIII secolo a.C., si può ammirare la porta nota come Arco a sesto acuto, famosa per il suo arco a mensola.

Arpino - Mura Poligonali e Arco a sesto acuto
Arpino – Mura Poligonali e Arco a sesto acuto

Arpino: una storia costellata da personaggi illustri e popoli guerrieri

Una città che racchiude in sé il nome di uno strumento musicale. Ebbene sì, pare che il nome Arpino derivi dall’arpa probabilmente perchè il suo profilo, visto dall’alto, ricorda molto questo strumento musicale.

Incerte, tuttavia, restano le sue origini. La tradizione locale infatti associa la sua nascita al Dio Saturno o ai Pelasgi, popolazioni preelleniche, assimilando le sue origini a quelle di tante altre città del Lazio meridionale, protette da possenti mura e chiamate città saturnie. In realtà, si può dire che le gloriose origini di Arpino siano scolpite nella pietra. Esattamente sulla lapide che accoglie chi attraversa la Porta Napoli, posta ad est della città e di cui riportiamo di seguito la traduzione:

O Viandante, stai entrando in Arpino, fondato da Saturno,

città dei Volsci, Municipio dei Romani, patria di Marco Tullio Cicerone

Principe dell’Eloquenza e di Caio Mario Sette volte Console.

L’aquila trionfale, preso il volo da qui all’Impero, sottomise a Roma

tutto il mondo, riconosci il suo prestigio, e vivi in salute.

Popoli guerrieri come i Volsci, i Sanniti e i Romani la scelsero come roccaforte per la sua posizione strategica. Sul suo suolo si scontrarono più volte Romani e Sanniti, prima di cadere nel 305 a.C. sotto il dominio del popolo capitolino.

Arpino divenne famosa non solo per la capacità che ebbe di espandersi notevolmente nel periodo romano. Può vantarsi di aver avuto tra i suoi figli personaggi che hanno ricoperto un ruolo indelebile nella nostra storia. L’avvocato Marco Tullio Cicerone, politico e filosofo romano nacque proprio ad Arpino nel 106 a.C.. Spesso il maestro dell’ ars oratoria amava citare nei suoi scritti la sua città natale con un orgoglio velato di nostalgia. Si dice che la sua casa sorgesse all’interno dell’Acropoli, fino al XVIII secolo appartenuta ad una nobile ed antichissima famiglia arpinate ormai estinta: i De Bellis.

Marco Tullio Cicerone - Franciabigio - Il ritorno di Cicerone dall'esilio
Marco Tullio Cicerone – Franciabigio – Il ritorno di Cicerone dall’esilio

Oltre a Cicerone, la cittadina ciociara è stata la culla di altri personaggi di rilievo come Giuseppe Cesari, il Cavalier d’Arpino, autore di alcune opere pittoriche oggi custodite nelle chiese della città.

Arpino: un Certamen Ciceronianum per celebrare il famoso oratore

Come già accennato, Cicerone è stato sempre legato alle sue origini, tanto da citare spesso Arpino nelle sue opere. Un affetto che la città ha saputo ricambiare con altrettanto orgoglio.

Ed è proprio per celebrare il famoso oratore romano che, nel 1980, il Prof. Ugo Quadrini trasformò un’iniziativa locale in un evento internazionale che oggi accoglie studenti provenienti da ogni parte del mondo.

Il Certamen Ciceronianum Arpinas è una competizione internazionale sulla lingua latina a cui partecipano tutti gli studenti dell’ultimo anno di liceo (classico e scientifico) provenienti da ogni parte del mondo. Giovani menti chiamate a misurarsi nella traduzione e nel commento di un brano tratto da un’opera di Cicerone. L’evento, che si tiene ogni anno durante il mese di maggio, è un vero e proprio momento di condivisione e di incontro. Nelle quattro giornate della manifestazione, si tengono concerti, mostre e visite guidate nonché seminari ed incontri sulla lingua e letteratura latina.

Grazie a quest’evento, Arpino è riuscito a rendere internazionale una lingua che molti, a torto, definiscono ancora oggi morta.