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Oggi 20 marzo 2020 si festeggia l’entrata ufficiale della Primavera. Ma come si celebrava questa data nell’antico Latium, al tempo degli Etruschi e dei Romani ?
L’equinozio di primavera, anche quest’anno, non cade nella data del 21 marzo, convenzionalmente scelta come inizio della stagione primaverile, ma, per quanto riguarda il nostro fuso orario, è avvenuto questa notte alle 4:49.
Questo momento dell’anno, tanto atteso, era così importante nelle civiltà antiche, da coincidere con l’inizio del nuovo anno astronomico. Corrispondeva, infatti, e corrisponde tutt’ora, con l’entrata del sole nella costellazione dell’Ariete. Era così per gli Etruschi, che lo celebravano il 19 marzo, mentre, per gli antichi Romani, il primo giorno di primavera poteva cadere il 15, 24 o 25 marzo. Diversamente dagli Etruschi, però, per i Romani, l’inizio dell’anno coincideva con il primo giorno di marzo, data in cui si festeggiavano i Matronalia.
L’importanza dell’equinozio di primavera era legata all’agricoltura; corrispondeva al risveglio della natura dopo il torpore dei lunghi e freddi mesi invernali; era il tempo in cui germogliavano gli alberi e la terra rinasceva per dare i suoi frutti. Ma, in realtà, tanto nella civiltà etrusca, quanto nella civiltà romana, in questo giorno si celebravano divinità che con la natura avevano poca relazione.
Da Menvra e Minerva ai Floralia, i festeggiamenti per l’arrivo della Primavera
Nella civiltà etrusca, il giorno dell’equinozio di Primavera corrispondeva al Mineruium, ed era il giorno in cui si festeggiavano gli artigiani, categoria legata ai culti tellurici della madre terra.
Era dedicato alla Dea Menvra o Menerva, dea della guerra, della strategia, dell’arte e degli scambi commerciali. Nella mitologia greca, Mnevra corrispondeva ad Atena, e, come lei, era nata dalla testa del padre, il Dio Tinia. Era considerata una delle tre divinità principali del popolo etrusco, insieme a Tinia e a Uni, la grande madre.
Menvra, probabilmente, proveniva da un’antica divinità lunare dell’Asia Minore, chiamata Men o Mene. Nella mitologia greca, da lei discesero le Menadi, donne seguaci del Dio Dionisio, dette anche Baccanti. Invasate da Dionisio, cariche di misticismo e passione, lo accompagnavano durante i suoi viaggi.

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Nella civiltà romana, dalla divinità etrusca Menvra derivò Minerva, divinità che, come Menvra, era considerata la dea della guerra giusta, della sapienza, delle arti, accostando quindi a virtù maschili caratteristiche tipicamente femminili. Come la sua omonima etrusca, Minerva era nata dalla testa del padre, Giove, e con quest’ultimo e Giunone componeva la triade capitolina.
I Romani la celebravano il 19 marzo, durante le festività conosciute come Quinquatria, 5 giorni dopo le idi di marzo, giorno in cui si purificavano e si consacravano le armi a Marte, Dio della guerra. Era consuetudine che le donne, in questa occasione, consultassero gli indovini e che gli oratori e i grammatici ricevessero i loro onorari. I Romani, quindi, in realtà, durante l’aequinoctium vernum, più che il risveglio della natura, festeggiavano la guerra.

Bisognava aspettare la fine di aprile, per festeggiare la primavera come la festeggeremmo noi oggi! Il 29 aprile era, infatti, il giorno in cui si celebravano i Floralia, o Ludi floralis, in onore della Dea Flora, divinità di origini italiche arcaiche, introdotta a Roma dal re di origine sabina Tito Tazio insieme ad altre divinità. Nel 283 a.C., a lei era stato dedicato un Tempio sul Palatino, in quanto protettrice dei raccolti, della fioritura delle piante, della fertilità della terra, degli animali e in seguito anche delle donne e della sessualità procreatrice.
Con il tempo, questi festeggiamenti, in origine semplici, acquistarono un carattere molto più licenzioso, con l’introduzione di spettacoli piccanti, in cui si chiedeva alle donne che recitavano (prostitute) di spogliarsi, in un rito allusivo alla fecondazione. In breve, Flora divenne la divinità protettrice delle prostitute!
Nell’attesa che il periodo di isolamento per l’emergenza coronavirus finisca, prepariamo ghirlande di fiori, indossiamole come al tempo dei Floralia, affacciamoci alla finestra o dai balconi delle nostre case, e diamo il benvenuto alla Primavera, invocando la sua protezione per una rapida rinascita!