Subiaco: la via dei Monasteri e i suoi tesori

Un tratto della via dei Monasteri a Subiaco, nel punto di arrivo al Sacro Speco di San Benedetto, arroccato sulle pendici del Monte Taleo nei Monti Simbruini.
Subiaco, la via dei Monasteri

Sulla strada tra Subiaco e Jenne, sui Monti Simbruini, si snoda la cosiddetta via dei Monasteri, che collega tra loro due importanti monasteri benedettini. Affacciata sulla Valle dell’Aniene, lungo le cui sponde si sviluppa un tratto del Cammino di San Benedetto, la via dei Monasteri collega infatti il Monastero di Santa Scolastica con il Sacro Speco di San Benedetto, in un percorso storico, artistico e naturalistico di grande bellezza.

Subiaco, infatti, è uno dei centri fondamentali dell’esperienza benedettina e del Cammino di San Benedetto che parte da Norcia, in Umbria, e termina a Cassino, lungo un percorso di circa 300 km. A Subiaco, dove confluiscono spiritualità, storia, arte e natura, San Benedetto visse circa 30 anni, prima come eremita all’interno di una grotta – il Sacro Speco – poi come abate: nella valle sublacense il Santo fondò 12 cenobi, le prime comunità di monaci ordinate da una Regola, scritta, più tardi, a Montecassino.

Percorrendo la strada regionale 411, all’uscita del nucleo urbano di Subiaco, si arriva alla biforcazione per Jenne che, con stretti tornanti si inerpica lungo il pendio della montagna: è la Sp45a su cui si sviluppa la via dei Monasteri. Scopriamone insieme le bellezze storico-artistiche e paesaggistiche!

Lungo la via dei Monasteri: il Monastero di Santa Scolastica

Il complesso del Monastero di Santa Scolastica di Subiaco, visto dall'alto. Si distinguino due dei tre chiostri costruiti nel corso dei secolo ed il campanile romanico della Cattedrale
Monastero di Santa Scolastica – Photo Credits: https://bit.ly/3vqGXCF

Il primo monastero del percorso è il Monastero di Santa Scolastica: si trova a 510 metri di altezza, ed è affacciato sulla valle sottostante. Fondato da San Benedetto nel 520 d.C., è il più antico dei dodici cenobi creati dal Santo in questa valle, ed è l’unico ad essere sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni dei Saraceni.

Il Monastero, dapprincipio intitolato a San Silvestro venne probabilmente eretto sui alcune costruzioni appartenenti alla vicina Villa di Nerone. Raggiunse il suo massimo splendore tra il secolo XI e il secolo XIII, dopo essere stato ricostruito a seguito delle devastazioni saracene del IX secolo. All’epoca era già stato intitolato anche a San Benedetto e a Santa Scolastica, mentre a partire dal XV secolo acquisì la sua denominazione attuale, Monastero di Santa Scolastica.

Il Campanile romanico della Cattedrale del Monastero di Santa Scolastica a Subiaco.
Il campanile romanico del Monastero di Santa Scolastica a Subiaco – Photo Credits: https://bit.ly/3ut1Hs1

E’ composto da un insieme di edifici costruiti nel corso dei secoli, molto spesso stratificati su costruzioni anteriori, come è accaduto con l’edificio attuale della Cattedrale, risultato dell’ultimo di cinque rifacimenti , realizzato alla fine del XVIII secolo, in forme neoclassiche. Tuttavia, se l’interno della chiesa è in stile neoclassico, il suo campanile, dell’XI secolo, si presenta in stile romanico. La facciata invece è ancora quella relativa al rifacimento gotico, con terminazione piatta: su di essa di può riconoscere la traccia del rosone circolare, chiuso nel corso dei restauri settecenteschi.

L’ingresso principale, che riporta in alto l’immancabile frase Ora et Labora, motto dell’Ordine Benedettino, conduce al primo dei tre chioschi del Monastero, quello rinascimentale, risalente al XVI secolo. Da qui si passa al secondo chiostro, di epoca gotica, del XIV secolo, e successivamente, a quello più antico, conosciuto come “Chiostro Cosmatesco”, del XIII secolo. Dal Chiostro Gotico si accede Fanno parte del complesso benedettino la Biblioteca, oggi situata sul lato nord del Chiostro Gotico, e il Refettorio, sul lato ovest del Chiostro Cosmatesco.

Il Monastero venne bombardato durante la II Guerra Mondiale e successivamente restaurato.

Il Sacro Speco di San Benedetto e l’ordine monastico dei benedettini

Vista laterale del Sacro Speco di San Benedetto a Subiaco. Il monastero, costruito su due livelli distinti, è addossato alla roccia del Monte Taleo e si affaccia sulla valle sottostante.
Il Sacro Speco di San Benedetto

Uscendo dal Monastero di Santa Scolastica, si riprende la via dei Monasteri in direzione del Sacro Speco. In questo luogo Benedetto da Norcia visse da eremita, in preghiera, per circa tre anni all’interno di una grotta, maturando i principi e lo stile di vita su cui si fonda la Regola benedettina.

Già a partire dal VI secolo la Grotta di San Benedetto divenne luogo di culto; nel corso dei secoli venne arricchita di testimonianze artistiche, tra cui le più antiche risalgono all’ VIII secolo. A partire dalla seconda metà dell’XI secolo iniziò ad essere costruito il complesso architettonico che diede vita alla struttura attuale.

Il Monastero del Sacro Speco è composto da due chiese articolate su due livelli, la Chiesa Inferiore e la Chiesa Superiore e da una serie di cappelline e grotte, addossate e scavate nella parete rocciosa del Monte Taleo. Ogni ambiente è magnificamente affrescato: i cicli pittorici più significativi risalgono al XII e XIV secolo. Si tratta quindi di un complesso sistema di ambienti su più livelli collegati da scale e cunicoli scavati nella roccia dove l’opera dell’uomo è perfettamente integrata con la natura nella quale è inserita.

La costruzione della Chiesa Inferiore risale al XIII secolo: si tratta di un ampio spazio rettangolare, diviso in tre vani, coperti da volte a crociera, uno rettangolare e due quadrati. L’accesso avviene oggi dal transetto della Chiesa Superiore tramite una scala: qui, sulla parete di sinistra, si trova un affresco di origine bizantina, dove è raffigurato il testo della bolla del 4 Luglio 1202, con la quale il papa Innocenzo III elargiva speciali favori ai monaci che risiedevano nello Speco. Dalla Chiesa Inferiore si accede alla famosa Grotta di San Benedetto o Grotta della Preghiera.

La Chiesa Superiore fu l’ultima parte del santuario ad essere costruita. La sua costruzione avvenne durante epoche diverse come dimostra la sua struttura: questa è formata da due campate irregolari, sia in pianta che in elevazione, testimonianza delle numerose modifiche apportate nel corso del tempo.

Vista parziale del Cortile dei Corvi nel Monastero del Sacro Speco di San Benedetto a Subiaco.
Monastero del Sacro Speco di San Benedetto, Cortile dei Corvi

Dal braccio destro del transetto della Chiesa Superiore si accede al cosiddetto Cortile dei Corvi, che prende il nome dal fatto che qui fino a poco tempo fa si allevavano alcuni corvi. Secondo il racconto di San Gregorio Magno, infatti, fu proprio un corvo che salvò la vita a Benedetto, portandogli via il pane avvelenato offertogli dal prete Fiorenzo allo scopo di ucciderlo.

Nel corso della storia molti personaggi illustri ammirarono le bellezze di questo luogo: Francesco Petrarca lo definì la “Soglia del Paradiso“, mentre il Papa Piccolomini, nel 1461, gli diede la denominazione “Nido di rondini“.

Non rimane che visitarlo di persona e cercare la definizione che più gli si adatta!